Succederà che improvvisamente tutto ti starà stretto, e ti accorgerai che molto di ciò che vivi altro non è che una menzogna. Ti accorgerai che sei circondato da impostori: tu stesso lo sei. Una bugia di basso profilo per tenerti saldo in un posto ed in ruoli che oltretutto non ti appartengono: un lavoro di merda sottopagato che "ringrazia Dio che almeno ce l'hai e quindi vedi anche di fartelo andare bene e non rompere troppo i coglioni" che qui i rivoluzionari non sono ben visti. Rimani dove sei, non importa in mezzo a chi o a che cosa, in culo a tutti gli anni che hai trascorso a studiare e tutti gli stracazzo di sacrifici che hai fatto. Ti verrà chiesto di essere sempre qualcosa di molto ben definito, perché definire è limitare: una etichetta ben visibile sui tuoi abiti dovrà chiaramente identificare chi tu
SINGOLARITÀ
Ecco: io trovo sia singolare come tutte le cose verso cui in principio ho nutrito una paura profonda, siano anche le stesse che una volta affrontate mi sono venute meglio. E strada facendo ho scoperto come in realtà non fossero nemmeno poi così spaventose come invece me le ero accuratamente dipinte. Da una parte la paura fottuta, dall’altra l’opportunità del successo: ed io nel mezzo, dilaniata come su uno di quegli strumenti di tortura medievale attraverso cui, con una personale interpretazione della passione cristiana, gli inquisitori allungavano e slogavano membra.
Ogni argomento importante necessita di una degna introduzione.
Degna, sì: ma anche concisa.
Veniamo al punto: correva l'anno 2009. Che io stessi commettendo qualcosa di cui mi sarei pentita a breve, mi fu chiaro già sul volo di rientro a Milano. Un neon visibile soltanto a me, lampeggiava a intermittenza stroboscopica in coda alla fusoliera, recitando una frase che lasciava pochi margini di interpretazione: “Fine della storia. E questa cagata è solo colpa tua.”
Un paio di giorni dopo il mio dissennato ritorno mi ero resa conto che avrei dovuto fare qualcosa che mi distraesse dalla consapevolezza di essermi cacciata con le mie stesse mani nell’ennesimo puttanaio. Camminavo lungo le vie del paesino dimenticato da Dio in cui abito: la ristrettezza e la ridondanza immutata di quelle strade note mi stava soffocando.
L'ANNO DEL SALTO NEL BUIO (e non sono ancora atterrata)
Correva l’anno 2002: esattamente dodici anni fa.
È già il secondo post di fila in cui faccio riferimento ai numeri: mi affascinano e mi stordiscono almeno quanto il Tanqueray.
Quello che mi stupisce dei numeri, è la loro ricorrenza in determinati periodi dell’esistenza di ciascuno di noi. Credo abbiano una sorta di significato nascosto: che ovviamente non ho ancora compreso. La verità è che ogni pretesto è buono per cercare di dare un senso alla mia presenza su questa Terra: vale tutto, anche i numeri.
Da qualche anno a questa parte ho iniziato ad avere grossissimi problemi con le cifre: anche le più semplici. Dei banalissimi calcoli diventano un arcano inaccessibile: improvvisamente si alza una nebbia fitta e io mi ritrovo appesa nel bel mezzo di un cazzo di niente, incapace di pensare. Se mi viene richiesto di scrivere delle cifre, sistematicamente le inverto. Fatico a contare i piani di palazzi molto alti. A volte mi trovo a fissare le monete da dare alla cassiera manco fossero delle rune.
UN ERRORE MADORNALE (nuovi casi a seguire)
Esattamente otto anni fa ho avuto l'ardire di commettere l’errore più grande di tutta la mia vita: ho messo il mio culo su un aereo, lasciando Londra per sempre.
17 ottobre 2009.
Se solo poteste vedere la mia faccia mentre scrivo capireste l'entità del danno.
Sì. Tutt’oggi mi pento di quella decisione fortemente insana, insensata e deplorevole. Ho trascorso ogni dannato giorno di questi otto anni maledicendomi e indagando le ragioni di questa ridicola scelta. Ad oggi una risposta c'è ed è anche abbastanza semplice: a Londra non stavo bene con me stessa. Soltanto recentemente ho compreso come io non stia bene con me stessa da nessuna parte. Quindi, tanto valeva rimanere là.
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