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MONOLOGO SULLA RIVOLUZIONE

Succederà che improvvisamente tutto ti starà stretto, e ti accorgerai che molto di ciò che vivi altro non è che una menzogna. Ti accorgerai che sei circondato da impostori: tu stesso lo sei. Una bugia di basso profilo per tenerti saldo in un posto ed in ruoli che oltretutto non ti appartengono: un lavoro di merda sottopagato che "ringrazia Dio che almeno ce l'hai e quindi vedi anche di fartelo andare bene e non rompere troppo i coglioni" che qui i rivoluzionari non sono ben visti. Rimani dove sei, non importa in mezzo a chi o a che cosa, in culo a tutti gli anni che hai trascorso a studiare e tutti gli stracazzo di sacrifici che hai fatto. Ti verrà chiesto di essere sempre qualcosa di molto ben definito, perché definire è limitare: una etichetta ben visibile sui tuoi abiti dovrà chiaramente identificare chi tu 
sia non attraverso ciò che sei ma ciò che dovrai mostrare e dimostrare. Attraverso ciò che ostenti. Attraverso ciò che difendi strenuamente perché devi giustificare tutta la merda che hai dovuto ingoiare per comperarlo ed esibirlo e tutti i sogni che hai dovuto dimenticare in fretta, quasi tu non li abbia neanche mai avuti. Forse erano di qualcun altro. Delimita quel cazzo di misero palcoscenico dove ogni maledetto giorno che Dio manda in terra reciti un ruolo ed una parte. Ti accorgerai di non avere fatto scelte, ma che queste ti sono state imposte da altri: a loro volta hanno subito altre scelte convinti che così dovessero andare le cose. Perché le cose vanno così e anche se stiamo qui a parlarne niente cambia, dicono. Ti chiederai perché a vent'anni tutto fosse potenzialmente possibile mentre a quaranta hai strascichi di amarezza che impregnano i tuoi abiti di un odore insopportabile a te stesso. Perché a venti sono sogni e a quaranta illusioni. Se nonostante tutto riuscirai sempre a trovare il coraggio e la sfrontatezza di sorridere, allora tutto inizierà a starti stretto: anche quegli abiti in cui ti sembra di esplodere perché sant'Iddio quanto cazzo mangi e quanto poco ti muovi. Ricorda che la Terra non è solo tua. Guarderai i tuoi figli: messi al mondo per errore o per un richiamo biologico che ti ha attraversato come una promessa. Sei dannatamente umano e nemmeno te ne accorgi. Riporrai in loro tutti i tuoi pesi e tutte le speranze che hai sepolto vive strada facendo e non ricordi nemmeno dove: se ascolti bene, da qualche parte le senti ancora gridare sotto metri di terriccio e polvere e asfalto e cemento e PM10. Cristo, sono ancora vive: puoi ancora salvarle. Ti diranno che non c'è più tempo perché se avesse dovuto accadere sarebbe già accaduto, adesso mi spiace ma è tardi: lo ripeteranno come un mantra che gocciola bile seduti su scranni IKEA. Terrai i tuoi figli stretti al petto fino a che morte non vi separi, dando loro una ragione che non hanno e che con arroganza rivendicheranno sempre. Ci sarà sempre qualcuno che riterrà opportuno dirti cosa tu debba fare, come tu debba farlo ed anche quando: quello che è atroce è che considererai questa cosa normale. L'intrusione in ogni frangente della tua vita, di quella vita che giorno dopo giorno sarà sempre più misera. E quando ti verrà il ragionevole dubbio che normale non sia, dovrai anche affrontare il senso di colpa per la tua inadeguatezza ad usi e costumi sociali: per avere anche soltanto osato fiutare l'odore di tutta questa merda. Dovrai affrontare oceani di ignoranza su cui veleggiano vascelli carichi, sospinti dai venti dell'arroganza e milioni di occhi che ti scruteranno come fossi un cazzo di aborto. Sarai tu a sentirti stupido e fuori luogo, quando svaccati su troni ricamati di inettitudine non capiranno di cosa tu stia parlando. Ti verranno mostrati mondi che malcelano abitanti piccoli come pidocchi. Ti scontrerai con il maschilismo: che tu sia uomo o donna non cambia. Ti faranno credere che Dio è uomo ed è anche vecchio ed è sì misericordioso ma anche costantemente incazzato perché a prescindere da tutto tu nasci peccatore, quindi sbagliato: vedi di non dimenticartelo. Scivoleranno nella tua vita da ogni angolazione, uccidendo la speranza per altri mondi che non sono assolutamente possibili: smetterai di pensare che possa essere altrimenti. Smetterai di pensare. Smetterai di osare per la paura che ti inoculeranno sotto pelle ogni cazzo di volta che accenderai la televisione o che guarderai quel cazzo di smartphone con la testa bassa alla ricerca di un senso in un'allucinazione preconfezionata virtuale perché il senso del mondo reale ti sarà sfuggito da un pezzo. Sentirai parlare di guerra, di morte, di povertà. Ti assuefarai ad ogni nefandezza possibile ed immaginabile: non ti accorgerai nemmeno che stai vivendo in un posto dove l'aria che respiri è cancerogena perché sarai sempre rinchiuso in qualche cazzo di posto. In qualche cazzo di ruolo. In qualche cazzo di cosa che qualcuno ha scelto per te perché là fuori è veramente un brutto posto e menomale che c'è qualcuno che ti dice cosa tu debba fare e pensare. Non capirai bene cosa sarà peggio: se l'assenza di quello che dovrebbe esserci o la presenza di ciò che manca. Smetterai di pensare al futuro: perché è andata come te l'eri immaginata fino ai tuoi tredici anni. Poi qualcosa si è rotto e la magia ha grippato. Aderirai ad ogni cazzo di consuetudine, anche se ad ogni "sì" sentirai il nodo scorsoio tirare di un paio di centimetri. Ti dimenticherai cosa sia veramente scopare. Ti chiederai da quanto cazzo è che non ridi. Ti chiederai quando hai smesso di ballare. Ti accorgerai che tuo marito, o tua moglie, di te non ha capito un cazzo perché come molti ha concentrato la sua attenzione soltanto su di sé, e sentirai sotto pelle farsi strada quella sensazione tremenda, ingestibile come un conato di vomito, per cui te o un'altra persona sarebbe stato lo stesso. Non importerà se questo corrisponderà o meno a verità: questo è ciò che sentirai.
Finché un giorno non cercherai più ragioni o spiegazioni: perché sai che non le troverai mai e sai che queste non cambierebbero comunque la realtà che ti circonda.

Quindi sarai tu a cambiare.
E capirai. Anche se non sai bene come e quanto ti ci vorrà.
Capirai che l'unica precarietà è questa cazzo di messinscena e che tutto quello che vedi è apparente. 
Ti basterà comprendere questo. 
Ti farai una grossa risata guardando milioni di inconsapevoli marionette. Smetterai di pensare di potere cambiare anche la loro vita. Perché nessuno cambia a meno di non essere il primo a volerlo. Nessuno vede a meno di aprire gli occhi e guardare oltre se stesso.
Che tu sia crocerossina o crocerossino, capirai che quel tempo avresti potuto investirlo per te.

Quindi così farai. 
Reciderai i fili.
Sceglierai la tua strada.
Percorrerai nuove vie.
Con consapevolezza.
Le eccezioni inizieranno a parlare con le regole e queste avranno la decenza di infrangersi. Vedrai il mondo per ciò che è: infinite combinazioni di possibilità.
E sarai finalmente e fottutamente libero.